sabato 22 settembre 2012

Il rosso e il Blu - Un altro film sulla scuola


Ieri sera, venerdì 21 settembre 2012, è uscito un nuovo film sulla scuola : " Il Rosso e il blu" di Giuseppe Piccioni, con Margherita Buy, Roberto Herlitzka e Riccardo Scamarcio.


Non potevo perderlo……un po' per il lavoro che faccio, un po' perché nel cast compariva uno dei miei attori preferiti : Roberto Herlitzka, che recentemente avevo adorato nel bellissimo film di Marco Bellocchio "La bella addormentata" (film che come sfondo ha la tragica storia di Eluana Englaro).

….E Roberto Herlitzka, ancora una volta non mi ha deluso…..Un fiore nel deserto !

Contraddicendo quanto scritto nei giorni antecedenti la sua uscita, sconsiglio a tutti di buttare via i soldi del biglietto e di sprecare il tempo della proiezione, perché penso che il film sia davvero brutto….Una cocente delusione.

Credo che chiunque respiri l'aria della scuola e dei Licei in particolare, di oggi, troverà completamente "fuori tema" il film di Piccioni.
Chi invece non ha figli al Liceo, non è un docente, non è un alunno e magari è stato a scuola un bel po' di tempo fa, insomma chi proprio non conosce il mondo della scuola di oggi troverà il film semplicemente molto noioso. 

In confronto "La scuola" di Daniele Lucchetti (film del 1995) è da premio Oscar.


Il "Rosso e il Blu" è insulso, con personaggi tanto scontati quanto improbabili e soprattutto già visti : il professore giovane innamorato del suo mestiere, il professore anziano stanco della vita, stanco dei giovani, la preside un po' isterica, ma profondamente umana e poi l'alunno incorreggibile che si converte al sapere, l'alunno bravissimo che perde la sua strada, la bella ragazza che si innamora del suo professore.

Per lo meno il primo tempo è impreziosito della bravura di Herlitzka (nel ruolo di un anziano prof. Fioretti), che nelle sue scene strappa diverse risate tra un sonnellino e l'altro; poi nel secondo tempo la figura del professor Fioretti, inspiegabilmente si eclissa lasciando spazio ad uno Scamarcio monoespressivo e alla solita Margherita Buy (che mi piace moltissimo….quando non recita nei soliti panni della donna stressata di mezz'età).


Unica perla del film, affidata fortunatamente all'anziano prof. Fioretti, è uno stralcio di lezione su "Romanticismo e Classicismo" … tanto bella, quanto assolutamente inverosimile … Con tutti gli alunni in religioso silenzio, rapiti dalle parole, quasi in poesia del professore. Vorrei davvero assistere ad una lezione del genere in un quarto o quinto anno di un Liceo Linguistico reale…

Forse prima di fare un film del genere Picconi avrebbe dovuto fare qualche giorno di vita di scuola…magari proprio da supplente. 

Aspetto con ansia e con i soldi del biglietto in mano un nuovo film che racconti la realtà che vivo ogni giorno. 




martedì 4 settembre 2012

Eu te amo - Io ti amo

Traduzione in italiano della canzone di Chico Buarque 

Quant'è difficile utilizzare la parola "amore"….. 
Cosa vorrà mai dire "ti amo" ?? ….  
Quanti "ti amo" esistono nel mondo degli innamorati ? 
Chissà se c'è qualcuno che ha catalogato le migliaia di specie diverse dei "ti amo" come si è fatto per i fossili dei trilobiti o per i coleotteri.

Eu te amo

Non sono in grado di affrontare una discussione sul "ti amo", sul significato della parola "amore"....e stimo moltissimo chi intraprende la terribile impresa di parlare d' "amore", scrivendo testi di canzoni, romanzi o semplicemente post su blog . 

E' nauseante, però, l'abbondanza di canzoni d'amore nella musica leggera (e in quella brasiliana in particolare)... Ed è ridicolo il predominio schiacciante del tema "amore" su tutti gli altri. 

Qualche anno fa  partecipai ad un concorso per cantautori e gruppi (Vota la voce Made in Italy) ...  Avevo portato una mia vecchia canzone "Canto del topo" ... e di circa 50 brani eseguiti dai vari "concorrenti al titolo" la mia era l'unica canzone che non parlava d'amore.... Pochissime altre si erano permesse il lusso di non avere nel titolo la parola "amore", o sue declinazioni, pur parlandone... 
Mi ricordo le facce incredule nelle prime file del pubblico, quando cantai la mia canzone, che parlava di un topo.....Come avrei potuto vincere ? :-)  

Eppure scrivere di sentimenti, di gioia e di dolore legati all'amore, appunto, è proprio difficile.....
E infatti la maggior parte delle canzoni che affrontano questo tema sono inascoltabili, a meno di non essere completamente estranei alla lingua del testo.....
Oltretutto ormai è tutto già scritto e già sentito, ogni rima una coltellata già data. 

Chico Buarque

Chico Buarque nel 1980 scrisse uno tra suoi testi più belli, sulle note di Antonio Carlos Jobim : 
"Eu te amo" ( "Io ti amo" ) 
Una scommessa pericolosa vinta strepitosamente senza mai nemmeno rischiare di cadere nel banale, nel melenso, nel dejà vù .

Così oggi quando sento un "ti amo" svolazzare dalla bocca di un innamorato mi viene sempre in mente "Eu te amo" e quasi mi viene naturale mettere a confronto quell'innamorato con il "narratore" un po' disperato del brano di Chico.

Certo….pur con tutti i dubbi che ho sul "ti amo"….riconosco che, come si dice a Roma……"Quanno ce vò ce vò" ;-) 


Eu te amo / Io ti amo
Tom Jobim & Chico Buarque
Traduzione (libera) a cura di Guido Rita


Ah.. se já perdemos a noção da hora
Ah...se abbiamo ormai perso la nozione del tempo
Se juntos já jogamos tudo fora 
Se insieme abbiamo ormai buttato via tutto
Me conta agora como hei de partir
Dimmi adesso come dovrei andar via (partire)

Se ao te conhecer
Se da quando ti ho conosciuto
Dei pra sonhar, fiz tantos desvarios
Ho iniziato a sognare, a fare tante pazzie
Rompi com o mundo, queimei meus navios 
Ho rotto i ponti con il mondo, bruciato le mie navi
Me diz pra onde é que inda posso ir?
Dimmi dove posso ancora andare ?

Se nós, nas travessuras1 das noites eternas 
Se noi, nei nostri giochi1 delle notti eterne
Já confundimos tanto as nossas pernas 
Abbiamo tanto intrecciato le nostre gambe
Diz com que pernas eu devo seguir
Dimmi con quali gambe devo andare avanti    

Se entornaste a nossa sorte pelo chão 
Se hai rovesciato a terra il nostro destino
Se na bagunça do teu coração 
Se nella confusione dei tuoi sentimenti (cuore)
Meu sangue errou de veia e se perdeu
Il mio sangue ha sbagliato vena e si è perso

Como, se na desordem do armário embutido 
Come, se nel disordine dell'armadio a muro
Meu paletó enlaça o teu vestido 
La mia giacca "abbraccia" il tuo vestito
E o meu sapato inda pisa no teu
E la mia scarpa ancora "pesta"  la tua

Como, se nos amamos feito dois pagãos 
Come, se noi ci siamo amati come due pagani
Teus seios inda estão nas minhas mãos
I tuoi seni ancora stanno nelle mie mani
Me explica com que cara eu vou sair
Spiegami con che faccia potrò uscire

Não, acho que estás só fazendo de conta 
No, credo che tu stia solo facendo finta

Te dei meus olhos pra tomares conta
Ti dato i miei occhi perché tu ne avessi cura
Agora conta como hei de partir
Adesso dimmi come dovrei andar via

1 - travessura = marachella, birichinata, gioco di bambini vivaci 



lunedì 3 settembre 2012

Ode al Gatto - Neruda

Agli esami di maturità di quest’anno un’alunna maturanda (di una delle commissioni di cui facevo parte) ha portato in tesina una poesia di Pablo Neruda : “Ode al gatto”, poesia che lessi per la prima volta tantissimo tempo fa…..e drammaticamente stavo perdendo memoria della sua esistenza. 

Mi chiedo con quali peripezie e arrampicate sugli specchi la ragazza fosse riuscita a far entrare “il gatto” tra i noiosissimi programmi didattici del quinto anno di liceo…..non me lo ricordo perché appena ho trovato la poesia di Neruda nella tesina mi ci sono tuffato dentro e non ne sono più uscito fino al termine dell’interrogazione.


Chico - foto Guido Rita


Chi ha avuto la fortuna di condividere una casa e un pezzetto di vita con un gatto, non potrà che amare “Ode al gatto” anche se sono convinto di conoscere diversi “gattari” che non condividono la visione di Neruda. 

In particolare c’è un passo che potrebbe non piacere a diversi “gattofili” :
 

<<…. tutti sanno di te ed appartieni  /  all'abitante meno misterioso  / forse tutti si credono padroni  /  proprietari parenti di gatti  /  compagni colleghi  / discepoli o amici  /
del proprio gatto.
Io no  /  io non sono d'accordo  / io non conosco il gatto…>>



Un signore amico mio, campagnolo e gattofilo come me, qualche tempo fa si è separato da sua moglie (anche lei gattofila) e lei è tornata ad abitare nella metropoli; la signora pretendeva di portare via i “suoi” gatti dalla casa di campagna e rinchiuderli in un appartamento di città di 60 mq…. Forse aveva paura che il marito li potesse far toccare, o carezzare da una sua ipotetica nuova compagna...chissà…O forse più verosimilmente era un modo per cercare di colpire il marito….sula pelle di quei gatti ruspanti che diceva di amare come figli......   

Che errore pensare che i gatti “appartengano” a quacuno !!!  
Che orrore trattarli come "soprammobili mobili" !!!  
 
Con gran gioia di Mamma Natura quei gatti ancora sono pulciosi cacciatori di topi e talpe, ancora prendono il fresco impolverati sotto la luna…..ancora godono della libertà assoluta in cui hanno sempre vissuto. Dubito che rimpiangeranno di aver perso un “padrone” …. Magari soffriranno (chissà?) della perdita di un “convivente”.


Chico - foto Guido Rita


Ode al gatto
Pablo Neruda


Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi, grazia, volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.

L'uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l'ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l'elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz'orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perché tutto
è immondo
per l 'immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no
io non sono d'accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l'atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d'oro
stanno nei suoi occhi.



Oltre alla poesia di Neruda ce ne sono altre due di un autore molto diverso, molto “maledetto”, che pure sembra sciogliersi di fronte alla bellezza, allo sguardo del gatto : Charles Baudelaire.





Il gatto
Charles Baudelaire
Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch'io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d'agata e metallo.
Quando a bell'agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt'intorno gira al suo corpo bruno.



Lulù - Foto Guido Rita


I gatti


Charles Baudelaire

 I fervidi innamorati e gli austeri dotti amano ugualmente,
nella loro età matura, i gatti possenti e dolci, orgoglio
della casa, come loro freddolosi e sedentari
Amici della scienza e della voluttà, ricercano il silenzio e
l'orrore delle tenebre; l'Erebo li avrebbe presi per funebri
corsieri se mai avesse potuto piegare al servaggio la loro fierezza

Prendono, meditando, i nobili atteggiamenti delle grandi
sfingi allungate in fondo a solitudini, che sembrano
addormirsi in un sogno senza fine:

le loro reni feconde sono piene di magiche scintille e di
frammenti aurei; come sabbia fine scintillano vagamente
le loro pupille mistiche.



Mosca e topo - Foto Guido Rita
  


In realtà, a pensarci bene, moltissimi autori sono stati tanto affascinati dal gatto da esserne ispirati nella composizione di Poesia, Musica, Dipinti etc…

E allora ….. Gattari pazzi di tutto il mondo ho trovato un sito internet “Gatti e Arte” che certamente vi piacerà !


E' una raccolta geniale di tutte le opere d'arte (dalla Poesia alla Musica, dal Cinema alla Pittura) che hanno come soggetto il prezioso felino !


Chico e Guido - Foto Guido Rita