martedì 23 agosto 2011

Finalmente il nuovo disco di Chico Buarque



L’attesa è finita e valeva davvero la pena attendere tanto a lungo !

Adesso posso confessare, anche a me stesso, che avevo temuto che “Carioca” (2006) sarebbe stato l’ultimo disco……tutto quel silenzio dopo il 2006 e la sua crescente dedizione alla letteratura mi avevano veramente preoccupato. Oltretutto Chico Buarque è del 1944, e a giugno 2011 ha compiuto la bellezza di 67 anni..... Pensavo che prima o poi la voglia gli sarebbe passata.....ma per fortuna mi sbagliavo !   

Il nuovo disco si chiama semplicemente “Chico” (2011) ed è semplicemente meraviglioso….. stavolta non esagero.

Sono certo che alcuni dei dieci brani di “Chico” verranno ricordati  a lungo, magari rientreranno in qualche “the best of..” ….penso a “Querido diario”, “Barafunda” e “Sem vocè 2” (una ideale continuazione della bellissima “Sem Vocè” di Tom Jobim).

Anche al primo ascolto risulta chiaro che l’ultimo strepitoso brano del disco, “Sinhà”,  scritto e registrato assieme a João Bosco, invece ruberà il cuore anche agli “infedeli” J .
Di questo brano, visto che da quando l’ho ascoltato non riesco a pensare ad altro, ho già fatto la traduzione in italiano…..traduzione che metterò alla fine di questo post.

Il regalo che ci ha fatto Chico Buarque stavolta va ben oltre il “confezionamento” di 10 nuove canzoni.
Infatti all’indirizzo :  
chiunque, senza bisogno di alcuna registrazione e assolutamente gratis può ascoltare tutti brani del disco, guardarne i relativi videoclip, leggerne il testo e il testo manoscritto da Chico (una vera chicca per “innamorati” pazzi come me). 
Non solo, nello stesso sito,  oltre a numerose particolarissime fotografie,  si possono trovare moltissimi divertenti videoclip tipo “making of” delle registrazioni in sala.
Insomma Chico gioca a carte scoperte…….è una grande sfida……sembra che dica : sono tanto sicuro del lavoro che vi propongo che posso metterlo in rete gratis perché sono sicuro che dopo  vorrete comunque comprare il mio disco e che verrete ai miei concerti *. 
..............e infatti io ho già iniziato il mio giro per riuscire a comprare il disco originale.

E mi viene una rabbia che i nostri artisti “pulci presuntuose” vogliano 20 euro per un disco fatto di un paio di canzoncine decenti accompagnate da un mare di ciarpame  e cianfrusaglie……canzoncine che tra l’altro, che non è possibile ascoltare se non in qualche radio commerciale o, se si è fortunati, in qualche negozio di dischi.

*A proposito di concerti……mi rivolgo direttamente a Chico……cosa devo fare per poterTi avere in concerto, non dico a Roma, ma almeno in Italia ? Vuoi un mio braccio, una gamba, un polmone?
Ti do tutto ciò che ho, ma ti prego torna in Italia  a suonare.

Ecco la mia traduzione in italiano di “Sinhà” …… la storia di uno schiavo torturato e mutilato perché accusato di aver guardato le nudità della sua (?) padrona, Sinhà, mentre lei si faceva il bagno al fiume.
(altre traduzioni del disco "Chico 2011" e di altre canzoni brasiliane di Chico Buarque e di altri autori le potete trovare sul mio sito all'indirizzo :   http://www.chicosamba.it/Poesia.htm )


Sinhá
Chico Buarque e João Bosco
Traduzione in italiano a cura di Guido Rita
Se a dona se banhou
Se la signora[1] si fece il bagno
Eu não estava lá
Io non c’ero
Por Deus Nosso Senhor
Giuro su Dio Nostro Signore
Eu não olhei Sinhá
Io non guardai Sinhà
Estava lá na roça
Io stavo là nei campi
Sou de olhar ninguém
Io non guardo nessuno
Não tenho mais cobiça
Non ho più desiderio
Nem enxergo bem
E non ci vedo bene

Para que me pôr no tronco2
Perchè mi mettete nel tronco[2]
Para que me aleijar[3]
Perchè mi torturate
Eu juro a vosmecê[4]
Signori io Vi giuro
Que nunca vi Sinhá
Che mai vidi Sinhà
Por que me faz tão mal
Visto chè mi fa tanto male
Com olhos tão azuis
Con occhi tanto azzurri
Me benzo com o sinal
Mi benedico con il segno
Da santa cruz
Della croce santa
Eu só cheguei no açude[5]
Sono arrivato alla diga
Atrás da sabiá[6]
Seguendo il sabià6
Olhava o arvoredo
Guardavo il bosco
Eu não olhei Sinhá
Io non guardai Sinhà
Se a dona se despiu
Se la signora si spogliò
Eu já andava além
Io ero già andato oltre
Estava na moenda
Stavo al mulino
Estava para Xerém[7]
Stavo allo Xerem7

Por que talhar meu corpo
Perchè tagliare il mio corpo
Eu não olhei Sinhá
Io non guardai Sinhà
Para que que vosmincê
Perchè Voi Signori
Meus olhos vai furar[8]
Volete strapparmi gli occhi
Eu choro em iorubá[9]
Io piango in iorubà
Mas oro por Jesus
Ma prego Gesù
Para que que vassuncê
Perchè Voi Signori
Me tira a luz
Mi togliete la luce

E assim vai se encerrar
E così si chiuderà
O conto de um cantor
Il racconto di un cantore
Com voz do pelourinho
Con voce del Pelourinho[10]
E ares de senhor
E arie da signore
Cantor atormentado
Cantore tormentato
Herdeiro sarará[11]
Erede dei Sarará
Do nome e do renome
Di nome e di fama
De um feroz senhor de engenho[12]
Di un feroce signore di ingegno
E das mandingas de um escravo
E delle disavventure di uno schiavo
Que no engenho enfeitiçou Sinhá
Che nella fazenda stregò Sinhà


[1] Dona = padrona
[2] Tronco  =  strumento di tortura e di umiliazione (simile alla Gogna).  Era costituito da una struttura in legno con fori per braccia gambe e testa e catene per immobilizzare il prigioniero. Generalmente era collocato in un luogo pubbilco in modo che la tortura potesse servire da esempio.
[3] Aleijar = mutilare
[4] Vosmecê, vosmincê, vassuncê = vossa mercê: forma che si dava a persone “importanti”, padroni di schiavi, capi, superiori etc... che non si poteva trattare con il “tu” (tu o vocè).
[5] Açude = diga, sbarramento di raccolta delle acque fluviali
[6] Sabià = E’ un uccello simile al tordo, o al merlo, che possiede un canto melodioso
[7] Xerém = Piatto tipico della cucina della regione del Nordest del Brasile
[8] Furar = Bucare (letteralmente : bucherete i miei occhi)
[9] Iorubà = dialetto nigeriano-congolese del gruppo linguistico benue-congo, parlato dagli iorubà
[10] Pelourinho (picota) = colonna di pietra collocata in luoghi pubblici della città o della fazenda dove venivano torturati ed esposti gli schiavi e i criminali. Il centro storico della città di Salvador di Bahia prende il nome proprio da questo strumento di tortura. Il pelourinho della città di Salvador fu impiantato in diverse piazze fino alla rimozione definitiva che avvenne nel XIX secolo. L’ultimo posto in cui fu installato il pelourinho fu un largo, nel centro cittadino, che viene chiamato ancora oggi “largo do Pelourinho”.
[11]Sarará  = termine informale usato in brasile per indicare individui meticci bianchi o neri con capelli rossicci.
[12] senhor de engenho =  figura centrale, capo, di un gruppo all’interno di una fazenda (engenho) destinata alla coltura e alla lavorazione della canna da zucchero.  


sabato 13 agosto 2011

Concerto di choro, bossa nova e samba in piazza a Morlupo

Sono ancora un po’ emozionato a pensare e a parlare del nostro concerto di giovedì sera  (11 agosto) in piazza a Morlupo.
Prima di iniziare era veramente tanta era la preoccupazione (terrore ? J )  di non riuscire innanzi tutto a riempire e poi a coinvolgere una piazza tanto grande come piazza Armando Diaz, la piazza principale di Morlupo.

Per il terzo anno consecutivo Morlupo ci ospitava…..ma stavolta era diverso.
In trio, senza batteria e senza percussioni, mi, anzi ci sembrava un’impresa senza speranza riuscire a “saziare” di suono quello spazio tanto grande.

Oltre tutto non mi tranquillizzava sapere che la sera prima di noi il grande Nicola Costa (virtuoso chitarrista ex Mannoia, Morricone, Vasco Rossi etc..etc..) aveva clamorosamente “bucato”….. totalizzando, nel finale del suo concerto appena 20 persone.

E invece……la nostra forza, probabilmente, è stata proprio quella di non avere batteria e percussioni, di puntare sulla dolcezza del nostro repertorio, di ricercare un’atmosfera più intima, …..e di affidarci al grande affiatamento tra noi tre,  impossibile altrimenti.

Così la Piazza si è magicamente trasformata in una specie di gigantesco salotto, pieno di gente seduta al fresco (di un agosto torrido) ad ascoltarci….ad applaudirci.

Gli antichissimi Cartola, Assis Valente, Pixinguinha, Luiz Gonzaga, per una sera sono vissuti ancora e hanno conquistato una piazza “difficile”.

Lourinha G. è stata davvero strepitosa……La sua viola ha letteralmente incantato…..E poi averla accanto sul palco è diventata ormai una sicurezza……ogni nota una sentenza…..per farci capire dove siamo e dove stiamo andando.

Fabrizio poi merita un plauso speciale.
Non è stato il “solito” bravissimo bassista, con il suo “solito” suono rotondo, pulito…..perfetto !
Non è stata la “solita” presenza rassicurante, empatica, bella sul palco.
Stavolta, non è stato solo questo.
Stavolta e davanti a quella piazza ha pure suonato alcune percussioni brasiliane : surdo, tambourim, shaker….e con un gusto che un percussionista puro se lo sogna.  
Da monumento !

Non so se questo trio (Viola Brasil Trio) rimarrà tale o se si espanderà a qualche altro elemento, ma è certo che bisognerà assolutamente mantenere questo spirito, questa passione per la musica e per la musica brasiliana in particolare……bisognerà amare ogni nota che suoneremo. 

Dobbiamo ringraziare veramente tanto non solo i “morlupesi” (e Danilo Micheli, il nostro strepitoso agente, che ci ha fatto molta pubblicità), ma anche i tanti amici che sono venuti da Roma per “sostenerci”…….Emilio, Leo, Luca, Giulia, Pigi, Julia, Fabio, Max, Riccardo, David, Adriana, Paola, Mauro, Massimo etc…etc…(non me ne vogliano quelli che non ho inserito nella lista….)

A fine concerto ci siamo addirittura potuti godere una performance di Mestre Salim e della sua scuola di capoeira…….è incredibile quell’uomo……gli anni passano…..la pancia cresce, ma lui è sempre lì a saltare e roteare in aria come se niente fosse. 

Unica nota stonata della serata è stata l’assenza del  “padrone di casa”.
A differenza degli anni precedenti l’assessore è mancato all’appuntamento, facendomi rimpiangere la presenza attenta ed interessata del nostro amico Vincenzo Tropea (l’assessore precedente).
….Peccato….

Guido