sabato 9 giugno 2012

Ode al carciofo


Era ottobre quando, con l'aiuto esperto di mio padre, ho conficcato nel terreno degli zeppetti insignificanti, i cosiddetti "carducci", dai quali, con mia grandissima perplessità, lui mi assicurava sarebbero nati i carciofi.

Passarono i mesi….
Gli zepppetti stavano lì un po' storditi dalla nuova sistemazione, confusi e non ben consci, credo, del loro compito; alcuni sembravano perdere la speranza e morivano quasi dileguandosi nel terreno; altri resistevano seppur senza capire il senso del loro destino….come fossero persone.

Poi arrivò la neve….tanta, troppa neve. Tutto intorno al campo degli zeppetti era solo morte e un silenzio che veniva interrotto solo dal fragore dei rami e i tronchi degli alberi che si spezzavano sotto il peso prepotente del ghiaccio e della neve.

Ho "pianto" gli zeppetti ricoperti dal freddissimo mantello impenetrabile e ho pensato che anche per quest'anno avrei comprato i carciofi al mercato.

Invece poi il sole si fece sempre un po' più sicuro e gli zeppetti superstiti spuntarono dai ghiacci sconfitti, come fossero grattacieli, consapevoli della loro forza, in qualche modo padroni del loro futuro; fu lì che capii che per la prima volta in vita mia avrei assaggiato un mio carciofo !

Mai come in questi giorni, dopo aver assaggiato il mio Primo Meraviglioso Carciofo, ho apprezzato la mitica poesia di Pablo Neruda.




Ode al carciofo
Pablo Neruda

Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.




 ....spesso mi capita di sentirmi come un carciofo....con una corazza esterna, quasi una carapace, ma incredibilmente e, nel mio caso, preoccupantemente morbido e delicato all'interno..... 

Non ho mai capito chi utilizza il termine "carciofo" per offendere....


Una ricetta del carciofo alla romana


Pulire i carciofi dalle foglie più esterne; sarà doloroso pensare di doverle gettar via, ma non sono ancora riuscito a trovare un modo valido per utilizzarle (sia accettano suggerimenti).

Tagliare la sommità delle foglie di carciofo ed eliminare, aiutandosi con un coltellino o con un cucchiaino, la "barbetta" interna che ricopre il cuore del carciofo. 
Attenzione, togliere assieme alla "barbetta" anche parte del cuore è reato grave !

A questo punto o cuocete subito i carciofi (con i loro gambi mi raccomando), o dovrete far galleggiare i carciofi in acqua resa debolmente acida da un limone; infatti il carciofo se esposto all'ossigeno atmosferico si ossida facilmente (è infatti un ottimo antiossidante naturale) colorandosi di nero.

All'interno delle foglie, incastonati come fosse una pietra preziosa su un anello, io metto un po' d'aglio (non troppo, altrimenti ammazzo il sapore del mio eroe) un po' di mentuccia e talvolta un po' di basilico…..non vi dimenticate il sale !  
Ho provato recentemente ad aggiungere, quasi a fine cottura, un po' di erba pepe ed il risultato è stato brillante e in fase di brevetto.

Annaffio tutto con un po' di succo di limone, acqua e olio lascio cuocere per circa 40 minuti a fuoco medio; utilizzo il coperchio solo per la prima mezz'ora.

Prima di affondare i miei sensi nel carciofo recito ad alta voce la poesia di Neruda….come fosse una preghiera !





Per informazioni nutrizionali sul carciofo allego questo splendido link :





Il Visconti a Teatro : "Per un pugno di Bulli"


Venerdì 25 giugno scorso ho avuto il grande onore di essere invitato nientemeno che al "Teatro Olimpico" di Roma per assistere allo spettacolo  "Per un pugno di Bulli", interamente organizzato dalla bellezza di circa duecento ragazzi, tutti provenienti dalla scuola in cui insegno (Istituto Paritario Visconti - Roma) magistralmente coordinati dalla prof.ssa Giovanna Pini.

Come ben si evince dal titolo l'argomento (drammaticamente attuale) dello spettacolo è il bullismo e per questo l'intero spettacolo è stato dedicato proprio ad un ragazzo "morto per mano di un bullo" ...atrocemente....qualche anno fa : Francesco Scerbo.



Lo spettacolo è la rilettura (seppur molto libera) in chiave teatrale del film tedesco "L'onda" (Die Welle)  di Denis Gansel (2008) film che mi era capitato di vedere ed amare solo qualche mese fa, assolutamente per caso.
Per ulteriori informazioni sul questo film che racconta una storia realmente accaduta rimando alla pagina di Wikipedia :   http://it.wikipedia.org/wiki/L'onda_(film_2008)
O, meglio ancora al bel sito internet ufficiale del film  : http://www.welle.film.de/

Non mancano poi citazioni di due film cult come "L'attimo fuggente" e "Fight Club" .

La straordinarietà dello spettacolo è che tutto, ma proprio tutto è sulle spalle dei ragazzi, a partire da chi stacca i biglietti, passando per chi edita i video e le musiche di scena per finire con gli attori, i ballerini e i cantanti.
Certo non tutti sono o saranno mai professionisti dello spettacolo, della danza o della musica J ma tutti i ragazzi hanno dato una grandissima prova di sé. E' proprio questo secondo me il grande merito della prof.ssa Giovanna Pini che con il suo progetto di "Teatro di animazione pedagogico"  è riuscita a tirar fuori da tutti i ragazzi il meglio del meglio  ed ha saputo coordinarli costruendo una grande squadra !



Difficile dire chi è stato il migliore o la migliore  tra gli attori, i cantanti, i ballerini e le ballerine …. forse anche inutile .
Certo però che ho adorato il personaggio gay incredibilmente interpretato da Agostino Sacchi



ho rivisto moltissimo di me e di altri amici insegnanti nel professore interpretato da Francesco Cotroneo



ho avuto la conferma delle grandi capacità di imitazione di  Christian Pagliucchi nella caricatura  di un "caruso" catanese;



ho scoperto che una mia educatissima e tranquillissima alunna, Georgia Colantoni, è in grado di trasformarsi nella più rozza e violenta delle borgatare; 



ho riso e goduto della performance, più che annunciata, di Matteo Avanzato, il più estroso, il più poeticamente pazzarello tra tutti gli alunni che abbia mai avuto....il nuovo Jerry Lewis : 



e soprattutto sono rimasto sorpreso per la bravura di due miei alunni Giulia Modica e Andrej Gospodinof, bravura che non avrei mai potuto sospettare J ……. 




Quanto si perdono gli insegnanti dei loro alunni !!   


Tra i cantanti per quanto riguarda i bravissimi Alessandro Mauriello ed Elisabetta Sorbi, ho avuto la conferma di quanto scritto su di loro nel mio post di dicembre 2011 "liberta è partecipazione".



In più ho scoperto delle insospettabili doti canore di un mio alunno chiacchierone Matteo Scandi.

Vista la mia preparazione sulla danza, non azzarderei commenti su ballerini e ballerine :-) ....però Ludovica di Camillo secondo me è proprio brava..... 



Per ulteriori informazioni sullo spettacolo allego il link di un articolo uscito sul messaggero on line :

Ed anche il divertente videoclip del Backstage dello spettacolo costruito dai ragazzi:

Quanto sono orgoglioso di aver lavorato al Visconti proprio con quei ragazzi fantastici ! 

Ecco altre foto dello spettacolo : 


Giovanna Pini con Giorgio Albertazzi e soprattutto Vittorio Trobetti :-) presentano lo spettacolo ! 
















sabato 2 giugno 2012

Perché muore una coppia

Un mio alunno del liceo, lasciandomi in silenzio a guardare il nulla, mi ha posto questa domanda pochi giorni fa :
<< Prof. Secondo lei perché gli uomini e le donne si lasciano ? >>
E' una domanda tremenda, da un miliardo di dollari…..chi può dire di saper rispondere ?
La tentazione che viene è sempre quella di analizzare le coppie caso per caso e cercare disperatamente una risposta  "ad hoc" per ciascuna di esse.
Ma possibile che non esistano una, o magari più risposte a carattere generale, applicabili alla coppia intesa come unione "uomo-donna" ?  
Con gli occhi del mio alunno puntati addosso, ho cercato nel mio repertorio di professore di scienze, qualche risposta non certo "definitiva", ma che potesse almeno stappargli un sorriso.

"Perché muore una coppia ?"

Queste sono state le mie risposte :  

1) Perché il rischio di estinzione è elevatissimo in quei rarissimi mammiferi monogami. (British Columbia University) …. Ma certo se uno dei due componenti delle coppia tradisce l'altro, questa spiegazione, molto probabilmente, non salverà la situazione.



2) Perché l'entropia dell'universo, che è una misura del grado di disordine di un sistema, è in costante aumento. (II principio della termodinamica). Per cui un sistema ordinato come una coppia non può avere alcuna chance.



3) Perché nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma (Lavoisier, legge della conservazione della massa). Per cui, come per una specie chimica, la trasformazione di una coppia in qualcos'altro è semplicemente dettato dalle leggi di Madre Natura.



4) Perché due elettroni che occupino lo stesso orbitale devono avere spin (verso di rotazione) opposto.  (Pauli - principio di esclusione). Per cui se un uomo e una donna occupano la stessa casa, avendo un verso di rotazione opposto, prima o poi andranno a sbattere tra loro con gravi danni per il più sensibile.




5) Perché nemmeno il super continente della Pangea è riuscito a restare unito (Wegener, teoria della deriva dei continenti)…. figuriamoci una coppia qualsiasi.




6) Perché per il mantenimento della specie perfino i due famosi filamenti di nucleotidi del DNA avvolti a doppia elica devono aprirsi e separarsi (Watson e Crick)….. e per spezzare il legame all'interno di una coppia spesso serve molta meno energia di quella necessaria per rompere i deboli legami idrogeno tra le due catene di nucleotidi.  

(un mio eccezionale alunno, David Geraci e il DNA) 


7) Perché il moto perpetuo non è realizzabile (Max Planck) … cos'altro aggiungere !



Certo, se queste fossero le riposte corrette, occorrerebbe domandarsi allora, perché si soffre tanto, quando una coppia muore….