...una ricetta adatta a questo freddo polare !
Recentemente mi è capitato di assaggiare la "famigerata" Tartiflette, un piatto francese rigorosamente invernale, ipercolesterolemico, ipercalorico e, purtroppo, tremendamente buono... Esattamente come la più famosa e diffusa Raclette.
Gli ingredienti base (patate, formaggio e pancetta di maiale) svelano, senza dubbio, la provenienza del piatto e lasciano immaginare il gelido scenario di montagna in cui nasce la Tartiflette... Mangiare un piatto del genere a Salvadore de Bahia potrebbe costare la vita :-)
Sembra che la Tartiflette sia un piatto "giovane", nato negli anni '80, ma che da allora è diventato quasi "tradizionale".
Navigando su internet si possono trovare svariate versioni della ricetta: c'è chi la prepara in padella, chi al forno, c'è chi usa il pepe, chi no, c'è addirittura qualcuno che utilizza come formaggio la fontina, piuttosto che l'originale Reblochon* (formaggio francese a pasta fusa*).
Sugli Champs Elysée, da una bancarella di Natale, mi è stata servita una strepitosa Tartiflette preparata in padella e la ricetta che pubblico di seguito si riferisce proprio a quella versione.
Da docente e laureato in chimica so bene che le dosi sono importanti, in cuicina come in laboratorio, ma questo piatto sembra riuscire a cavarsela in qualunque condizione di concentrazione di formaggio, di patate e di pancetta; per cui la mia ricetta sarà di tipo qualitativo e non quantitativo.
Ingredienti base:
Reblochon* (formaggio francese a pasta fusa)
Patate
Pancetta fresca di maiale
Panna liquida
Cipolle
Preparazione:
Bollire le patate con la buccia oppure cuocerle a vapore, non troppo, evitando che si spappolino.
Lasciare raffreddare le patate, poi sbucciarle e tagliare a pezzi (c'è chi le taglia a dadini, chi a rondella, chi non si pone il problema della forma...io sono affascinato dalle rondelle).
Nel frattempo soffriggere la cipolla (a me piace abbondante) in una goccia d'olio (ci sono abbastanza grassi altrove) assieme alla pancetta fresca.
Unire i dischi di patata lessa al soffritto e alla panna liquida (in questo caso direi di non esagerare, la panna serve soltanto per fluidificare il formaggio che verrà aggiunto successivamente).
Mescolare gli ingredienti a fuoco basso e contemporaneamente aggiungere il Reblochon con grande generosità.
Mi raccomando di non gettare la buccia del formaggio ! E' buonissima e, come per molti formaggi francesi, ha la stessa dignità della pasta fusa.
La tartiflette puà essere servita così, oppure ripassata in forno dove il formaggio farà una sorta di crosticina molto invitante.
Mi raccomando di accompagnare il piatto con un bel vino rosso, magari francese tipo il Beaujolais nouveau*, un vino rosso novello proveniente dalla omonima regione francese, noto in tutta Europa (anche a non esperti di vini come me) per la sua forza e corposità.
Tra l'altro il vino rosso, con i suoi polifenoli e il suo trans resveratrolo (ottimi antiossidanti presenti nell'uva rossa), lenirà un poco i danni che tutti i grassi saturi del formaggio, della pancetta e della panna avranno causato alle vostre arterie.
Si pensi al famoso "paradosso francese" secondo il quale in alcune regioni francesi della bassa Savoia, malgrado l'alimentazione molto ricca in grassi saturi e quindi gravemente nociva per l'apparato cardiocircolatorio, esisterebbe una bassa incidenza di eventi cardiovascolari (ictus, infarti etc...) proprio grazie al diffuso consumo di vino rosso.
*
A Roma è possibile acquistare il Reblochon, il Beaujolais Noveau, la Raclette e altre prelibatezze d'Oltralpe a Roma e a Milano al
Comptoir de France
(Roma Via Vitelleschi 20-24)
Nessun commento:
Posta un commento