giovedì 1 settembre 2011

I mercenari

Qualche sera fa, durante un mio concerto in piazza (…..con la mia solita adorata musica brasiliana…..) suonando in modo svogliato un brano di un autore che non amo troppo sono stato percorso da un brivido di terrore.

La canzone stava procedendo sciatta, scialba, senza pathos…..un po’ per colpa della canzone, ma soprattutto per colpa di chi la suonava e di chi la cantava…..insomma, era (anche) colpa mia…..e lo sapevo.

Ma il brivido non dipendeva da come stessi suonando/cantando; il fatto è che in un flash ho capito perché stava andando così……..
……..i soldi………..
era l’unico motivo per cui ero là, con la chitarra in braccio e il microfono davanti alla bocca.

E subito mi è venuta in mente una frase che tantissimi anni fa mi disse mio fratello (ex cornista al Teatro dell’Opera, nonché vincitore di diversi concorsi in diverse Orchestre e Teatri in Italia…..un grande….), una frase, all’epoca, assolutamente inconcepibile per uno innamorato della musica come me; mi disse:
<< Io sono come un impiegato in ufficio, vado timbro il cartellino, lavoro e torno a casa…..tu sei molto più artista di me. >>

E allora, mentre la canzone si trascinava stancamente avanti, ho pensato a quanto non sia possibile affrontare la musica, come pure qualsiasi altra arte, avendo come unica motivazione il denaro……. O meglio, è possibile, ma, certo, i risultati lasciano l’amaro in bocca a chi suona e molto probabilmente, nel migliore dei casi, non emozionano chi ascolta.
Insomma bisognerebbe mai essere mercenari nella musica o nell’arte in genere…..
Se non c’è passione, non c’è arte.
I musicisti mercenari non sono artisti.

Quella canzone non finiva mai, così, continuando a suonare, ho avuto il tempo di “sviluppare” le mie riflessioni……

I mercenari sono veramente una piaga per l’umanità……..da sempre……

Perfino l’Impero romano crollò quando fu abolito l’esercito fatto dal popolo e venne istituito un esercito esclusivamente mercenario (tra l’altro, per la maggioranza barbari). 

Eppure l’umanità si sta evolvendo su un terreno incredibilmente fertile per i mercenari….. Cioè per quelli che non muovono un dito se non per avere un ritorno, un guadagno di qualche tipo.

Però c’è da dire che fino a che un musicista-mercenario suona in modo svogliato, senza amore, senza passione, al massimo risulterà un concerto grigio, poco emozionante…..
Ma cosa succede se i mercenari hanno responsabilità più grandi ?
Cosa succede se siedono in Parlamento ?

Come si può pensare di essere “guidati” da una banda di parlamentari abituati sguazzare nella ricchezza, nel privilegio, nel vizio ?
Mercenari (con pochissime eccezioni) disposti a tutto pur di mantenere la loro condizione di super privilegiati……

Leggevo ieri uno dei tanti articoli che denunciava i vari “furti” dei parlamentari ai cittadini italiani :
Stipendio base : 19.150 euro al mese **  
Rimborso spese affitto : 2.900 euro al mese
Cellulare : sempre gratis
Cinema : sempre gratis
Teatro : sempre gratis
Tessera mezzi pubblici : sempre gratis
Assicurazione infortuni, morte : sempre gratis
Ristoranti : sempre gratis
…..la lista non finisce qui…….purtroppo…..

Sarei curioso di vedere quanti di questi mercenari sarebbero disposti a fare politica se non percepissero alcuno stipendio, se non potessero contare su alcun privilegio, se anzi dovessero pagare una quota annua, magari anche solo simbolica.
Insomma, chi continuerebbe a “scaldare la poltrona” se la politica fosse una questione di pura passione ?



La canzone volgeva finalmente al termine e io, inorridito dai miei pensieri su politici  e musicisti mercenari, dovevo fare velocemente qualcosa per chiudere in bellezza, per uscire da quell’abisso…..
Così ho preso tutte le forze che avevo a disposizione…….ho cercato e ritrovato  tutto l’amore che ho per la musica e per la musica brasiliana in particolare, ho pigiato sull’acceleratore, ho aumentato la forza nelle mie falangi, ho spremuto le mie corde vocali, fin dove potevo e anche oltre…….
….e ho sbagliato il finale……  J
….ma con passione !



 **E pensare che io ho studiato una vita (e ancora continuo) per guadagnare al mese molto meno di un decimo dello stipendio di base di un parlamentare……e in più, per me, assolutamente nulla è mai gratis.....



L'Amazzonia è brasiliana ?

Recentemente una mia cara amica (Adriana Massaro Leoni) mi ha inviato il testo di un intervento di un senatore brasiliano (Cristovam Buarque**  -nella foto sotto- …….niente parentele con il mio idolo…..sembra) in una Università americana (novembre 2000).



L’argomento è molto, molto importante……. Biologicamente parlando è importante tanto quanto la vita su questo pianeta :  la difesa dell’Amazzonia.


Ad una prima lettura, il discorso del senatore brasiliano mi ha irritato profondamente. Per un integralista come me se la domanda è “Amazzonia” la risposta non può essere “bambini poveri”. Poi però rileggendo e ripensandoci ho trovato le argomentazioni di Cristovam Buarque più che valide, così ho deciso di tradurre l’intervento dal portoghese all’italiano e di pubblicarlo per condividerlo.

Rimane sempre la speranza che il Brasile, con questi suoi ultimi ottimi governi, riesca a salvaguardare l’Amazzonia e con essa la vita sulla Terra.  
  
Segue il testo tradotto dal Portoghese * 

Durante un dibattito in una università degli Stati Uniti all’ex governatore federale, ex ministro dell’educazione e attuale Senatore brasiliano, Cristovam Buarque è stato chiesto cosa pensasse riguardo all’ “internazionalizzazione”  dell’AMAZZONIA.
Un giovane americano introdusse la sua domanda dicendo che si aspettava la risposta di un umanista e non di un brasiliano.
 Questa fu la risposta di Cristovam Buarque :

<<Come brasiliano sono semplicemente contrario all’ internazionalizzazione dell’Amazzonia. Anche se i nostri governi non lo hanno mai tenuto nella giusta considerazione, questo patrimonio è nostro.

Come umanista, sentendo il rischio del degrado ambientale che sta soffrendo l’Amazzonia, posso schierarmi a favore della sua internazionalizzazione, come anche a favore  dell’internazionalizzazione di tutto ciò che ha importanza per l’Umanità.

Se l’Amazzonia, da un punto di vista “umanista”, deve essere internazionalizzata, dovremo internazionalizzare anche le riserve di petrolio del mondo intero.
Il petrolio è tanto importante per il benessere dell’Umanità quanto l’amazzonia per il nostro futuro. Malgrado questo, i padroni delle riserve di petrolio si sentono in diritto di incrementare o diminuire l’estrazione del petrolio e alzarne o meno il prezzo.

Nello stesso modo, il capitale finanziario dei Paesi ricchi dovrebbe essere internazionalizzato. Se l’Amazzonia è una riserva per tutti gli esseri umani, non può essere bruciata per il volere di un padrone o di un Paese. Bruciare l’Amazzonia è tanto grave quanto la disoccupazione provocata dalle decisioni arbitrarie degli speculatori globali. Non possiamo lasciare che le riserve finanziarie servano per “bruciare” interi paesi nella voluttà della speculazione.
  
Prima dell’Amazzonia, mi piacerebbe vedere l’internazionalizzazione di tutti i grandi musei del mondo. Il Louvre non deve appartenere solo alla Francia. Ogni museo del mondo è custode delle più belle opere prodotte dal genio umano. Non si può lasciare che questo patrimonio culturale, così come quello naturale amazzonico, sia manipolato o distrutto secondo le voglie di un proprietario o di un Paese. Recentemente un milionario giapponese ha deciso di farsi seppellire assieme  a un dipinto di un grande Maestro; prima di ciò, quel quadro sarebbe dovuto essere internazionalizzato.

Proprio a questo meeting, in cui le Nazioni Unite hanno realizzato il “Forum del Millennio”, alcuni presidenti di alcuni Paesi hanno avuto difficoltà nell’arrivare a causa dei blocchi alle frontiere degli USA. Per questo penso che New York, in quanto sede delle Nazioni Unite, deve essere internazionalizzata. Per lo meno Manhattan dovrebbe appartenere a tutta l’umanità. Così come Parigi, Venezia, Roma, Londra, Rio de Janeiro, Brasilia, Recife, ogni città, con la sua particolare bellezza, la sua storia, dovrebbe appartenere al mondo intero. 

Se gli Stati Uniti vogliono internazionalizzare l’Amazzonia, per evitare il rischio di lasciarla in mano ai brasiliani, bisogna internazionalizzare anche tutti gli arsenali nucleari americani. Anche perché gli americani hanno già dimostrato di essere capaci di usare queste armi, provocando distruzioni migliaia di volte maggiori di quelle dovute ai deplorevoli incendi avvenuti nelle foreste del Brasile. 

Durante i loro dibattiti elettorali, i candidati alla presidenza degli Stati uniti hanno sostenuto l’idea di internazionalizzare le riserve forestali mondiali in cambio dell’azzeramento del debito.
Iniziamo a usare questo debito per garantire ad ogni bambino del mondo la possibilità di andare a scuola. Potremmo internazionalizzare i bambini trattandoli, tutti, a prescindere dal Paese di nascita, come un patrimonio che merita le attenzioni di tutto il mondo. Ancora di più di ciò che merita l’Amazzonia.
Quando i leaders mondiali tratteranno i bambini poveri come patrimonio dell’umanità, non permetteranno che i bambini lavorino, mentre invece dovrebbero studiare, che muoiano, quando dovrebbero vivere.

Come umanista accetto di difendere l’internazionalizzazione del mondo.
Ma fintanto che il mondo mi tratterà come brasiliano, lotterò perché l’Amazzonia sia nostra. Solo Nostra.>>


*Per chi volesse leggere l’articolo originale in Portoghese :

**Cristovam Buarque (Recife, 1944) è un ingegnere meccanico, economista, professore universitario ed è entrato nella politica grazie al Presidente Lula che nel suo primo mandato lo nominò ministro dell’educazione.